Magliette calcio personalizzate brescia

Pastry Store Showcase FIGC (calcio e futsal) · C’era una volta il calcio con i numeri di maglia fissi, dall’1 all’11, dove con il numero 1 non poteva che esserci il portiere, il 2 era il terzino destro e il 3 quello sinistro. Un altro nuovo arrivato, il portiere Onana, trovando occupato il numero 1 da Handanovic ha messo insieme giorno e mese del suo compleanno (il 2 aprile) prendendo il 24. Nella Fiorentina Gollini (95) e Igor (98) hanno scelto i numeri dei rispettivi anni di nascita. Un tuffo nella sostenibilità lo fece anche il Real Madrid, quando per la stagione 2018/19 decise insieme ad Adidas di far indossare ai propri calciatori delle maglie prodotte utilizzando la plastica ripescata dagli oceani. I tifosi dell’Inter apprezzeranno questa replica ufficiale della maglia della loro squadra preferita dal momento che è persino personalizzabile, aggiungendo il proprio numero e il nome, molto utile per chi gioca spesso con i propri amici e vuole essere riconoscibile in campo. In questo campionato di Serie A non mancano le curiosità legate ai nuovi numeri di maglia: così nessuno troverà in lista il numero 10 al Napoli e alla Roma, nel primo caso perché il numero di Maradona è stato ritirato in omaggio al Pibe de Oro, nel secondo perché nessuno in casa giallorossa si è preso la responsabilità di indossare la maglia che per 20 anni è stata sulle spalle di Francesco Totti.

2001 Anche in vista dei Mondiali negli spogliatoi delle varie nazionali c’è stato il momento dell’assegnazione dei numeri di maglia: inutile dire che nell’Argentina la pesantissima maglia numero 10 è finita sulle spalle di Messi, così come la 10 del Brasile su quelle di Neymar e la 7 del Portogallo su quelle di Cristiano Ronaldo. Con le dovute eccezioni: proprio in Spagna nell’82 Patricio Hernández e Maradona si scambiarono le maglie per permettere a Diego di giocare con la sua numero 10. Vederlo con il 12 sarebbe stato lesa maestà. Nell’Inghilterra ci sono ben quattro giocatori (Kane, Grealish, Rashford e Maddison) che nei rispettivi club indossano la maglia numero 10. E ai Mondiali? Ma la curiosità più grande ci riporta all’Argentina: fino al 1990 i numeri venivano assegnati in ordine alfabetico, così il fantasista Ardiles giocò i Mondiali del 1978 con il numero 2 e quelli del 1982 addirittura con il numero 1! », pregando perché il loro numero preferito non sia già sulle spalle di un compagno. La porta l’unico che il numero 10 non ce l’ha nel suo club, Sterling, che al Chelsea ha la 17. Per l’Olanda il numero sacro è il 14 che fu di Cruijff, e in Qatar lo porta la bandiera dell’Ajax Klaassen, che però nel suo club usa il 6 perché il 14 è ritirato per sempre in omaggio alla grande bandiera dei lancieri.

Ma anche i grandi bomber ci tenevano a mantenere la loro maglia per eccellenza, la numero 9: è così per Giroud nella Francia (lui che nel Milan ha spezzato la maledizione del numero 9 dopo Pippo Inzaghi), per Lewandowski nella Polonia, per Richarlison nel Brasile e per Lukaku nel Belgio, mentre nella Spagna non è sulla schiena di un attaccante, bensì di un centrocampista, Gavi, forse in omaggio a Pep Guardiola che portava quel numero nel ’94. Proprio confrontando i due caratteri tipografici, però, viene forse il pensiero che forse si potesse fare qualcosa di meglio come scelta tipografica. Lungo le spalle e le maniche scorreva una banda delimitata da due righe in oro. L’addio di Dybala dalla Juventus ha così lasciato vacante l’ambitissima numero 10, un tempo sulle spalle di campioni come Platini, Baggio e Del Piero. Fino alla stagione 1995-96, quando venne decisa la numerazione libera, dal numero 1 al 99, ognuno poteva scegliere quello che preferiva, e da allora se ne sono viste di tutti i colori, dal 44 di Gatti del Perugia al 14 di Fortin del Siena (la pronuncia del numero in inglese era il suo cognome), dal 23 di Materazzi e Ambrosini in onore di Michael Jordan al 32 di Vieri perché diceva gli portasse fortuna (e visti i gol segnati non aveva tutti i torti).

Sarà anche merito del numero di maglia, scelto per scaramanzia: «Ho scelto il 77 perché il numero 7 mi porta fortuna», ha detto a inizio stagione, e i fatti gli stanno dando ragione. Verrà utilizzato quindi per scrivere i nomi dei giocatori e il numero sulla maglia senza dare più libertà di scelta alle singole società. Tra i primi a provare a dare una mano agli oceani ci fu il Bayern Monaco, che già nel 2016 abbracciò un progetto della Parley, un’associazione che si occupa della tutela e della salute dei mari. Il progetto si deve alla collaborazione tra Buontalenti, Don Giovanni de’ Medici e altri ingegneri quali Claudio Cogorano e Alessandro Pieroni. Prodotta da Macron, la terza casacca era di fatto giallo ocra ed era prodotta al 100% da poliestere riciclato da PET, in perfetta sintonia con Macron 4 Planet, il progetto del brand italiano a sostegno dell’ambiente. Il suo stadio è a impatto zero (e c’è un progetto per realizzarne a breve uno tutto in legno), i punti ristoro dell’impianto vendono solo cibo vegan ed anche i calciatori sono chiamati quantomeno ad essere vegetariani.